Attenta che punge!


Buongiorno a tutti e ben ritrovati!
Ma da quanto tempo è che non ci si sente? Mmm...troppo, decisamente troppo. Mea culpa.
Come? Non basta un semplice mea culpa?...non pensavo vi foste così risentiti...
...ah...i miei post vi piacciono tanto...e non sapevate che fine avevo fatto...e un po' eravate anche preoccupati...ma ora su tutto prevale la rabbia...siete proprio arrabbiati, furibondi, imbufaliti, furiosi! Qualcuno anche inviperito...
Amici!
Avete ragione, ma so come farmi perdonare
Oggi condivido con voi un progetto che vi farà passare l'arrabbiatura e tornare il sorriso sulle labbra!


Chi mi conosce personalmente sa che sono cresciuta con una mamma sarta.
Questo ha significato passare tutta l'infanzia in mezzo a cartamodelli, macchine da cucire, ferri da stiro, montagne di stoffe di ogni genere, passamanerie, bottoni, ganci, cerniere, sbiechi, pizzi, spille, nastri, elastici, velcro, forbici, gessi, girelli, spalline, imbottiture, aghi, spilli, fili, occhielli, paramonture, toppe, pinces, ruches, martingale e chi più ne ha più ne metta. 
Non credo esista qualcosa che riguardi la sartoria che io non abbia visto passare nella stanza da lavoro di mia madre dove, spesso e volentieri, seduta su una seggiola scomoda come poche, passavo le ore, incantata, ad osservare. 


Le sue mani che danzavano intorno al piedino della macchina da cucire, la sicurezza e la velocità dei gesti, le increspature della stoffa che in breve tempo diventavano parte di una manica, di un fianco, di un corpino: era come uno spettacolo messo in scena solo per me ed io avevo l'enorme privilegio di potervi assistere in prima fila. 
C'erano però, a volte, degli intoppi nel lavoro (giri manica che non giravano per niente bene, stoffe ostiche e difficili da tagliare, arricciature che non davano l'effetto voluto...) e allora era meglio girare alla larga!


Altro ricordo indelebile che conservo nella memoria sono le mille punture di ago e di spilli che sia lei che noi bambine ci procuravamo  maneggiando la stoffa o provando gli abiti o facendo dei lavoretti. 
Pungersi era all'ordine del giorno anche perché dei veri e propri puntaspilli non ce n'erano.
Mia madre usava il suo petto per appuntare aghi e spilli, ci credereste? E la cosa buffa è che lo fa ancora oggi, qualsiasi capo indossi, quando lavora, punta gli spilli sul petto.
E' pensando a questi ricordi della mia infanzia che ho deciso di regalarle per la Festa della mamma, che è appena passata, un puntaspilli degno di questo nome.


L'ho realizzato interamente con l'uncinetto 3 mm e con un filato di cotone al 100%.
Il modello utilizzato è Crocheted African Flower Pincushion della bravissima Sandra Paul.
Si lavora dall'alto cioè iniziando dal fiore, poi si continua con la parte laterale, si inserisce l'imbottitura e infine con una serie di diminuzioni si va a chiudere sotto al centro. 
Per l'imbottitura ho utilizzato un'ovatta lavabile acquistata in merceria in modo che il puntaspilli si possa lavare, al bisogno, senza avere problemi.
E' un modello semplice e molto pulito da lavorare che mi ha dato grande soddisfazione.


Come potete vedere le combinazioni di colore che si possono utilizzare sono infinite.



Mi dite qual'è la vostra preferita?


A presto

Annalisa





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