B sta per Beatrice...in attesa del grande freddo...


Buongiorno a tutti e ben ritrovati!
Come ogni anno in questo periodo mi ritrovo a sferruzzare i classici accessori in vista dell'inverno: cappelli, sciarpe, colli, scialli e guanti.
E ogni anno da quando è nata Beatrice realizzo per lei questi accessori cimentandomi sempre in qualcosa di nuovo.


Per il suo quinto inverno ho deciso di buttarmi sulla coppia cappello e collo, che non avevo mai realizzato. L'entusiasmo è a mille perché questo progetto mi permette di sfoderare uno dei miei tools preferiti e cioè i miei adorati ferri circolari, in questo caso 4 mm.
Lavoro in tondo il cappello e lavoro i tondo il collo: non esistono cuciture, sono felice.


Detta così sembra il progetto più semplice del mondo; in realtà l'ho costruito mano a mano, senza un modello da copiare, su misura per mia figlia e la cosa non è stata così semplice come immaginavo...
Innanzitutto desideravo che il cappello fosse semplice e senza il bordo elastico.


Ho quindi cominciato la lavorazione a maglia rasata, senza bordo, ma l'effetto finale era che si arricciava troppo. Come ovviare a questo inconveniente senza lavorare il bordo elastico?
Con santa pazienza ho disfatto le prime righe del cappello alla base, ho ripreso tutte le maglie sui ferri, ho lavorato circa dieci righe a maglia rasata e poi ho chiuso le maglie con il metodo sewn bind off  (che, guarda caso, è stato introdotto da una certa Elizabeth Zimmermann...❤❤❤).


Successivamente con il filo lasciato lungo ho cucito punto per punto l'orlo ripiegandolo all'interno.
Ho scoperto così che la combinazione chiusura sewn bind off + cucitura ripiegata all'interno lasciano il bordo estremamente elastico!!! 👌👌👌



Questa è stata una vera grande scoperta perché l'effetto che fa la base del cappello mi piace da morire.
Ho così applicato lo stesso metodo alle due estremità del collo che così si abbina molto bene al cappello e rende il completo armonioso.
Ho anche superato lo scoglio di un video tutorial in russo per lavorare al meglio le diminuzioni...incredibile ma vero, lo giuro!


Ho poi voluto cimentarmi in un'altra tecnica, che da tanto tempo mi solleticava, che in inglese si chiama duplicate stitch e cioè sovrascrivere i punti. Se cliccate sul link trovate un foto-tutorial molto chiaro che mi è stato di grande aiuto. Il segreto in questo caso è la tensione del filato.
Questa tecnica permette di creare delle lettere, come ho fatto io, oppure dei simboli o dei veri e propri disegni.
Basta seguire un qualsiasi schema per il punto croce e il gioco è fatto.


Un'altra particolarità di questo progetto è ovviamente il filato che ho utilizzato.
Si tratta di Oceano di Tre Sfere, una microfibra touch che non avevo mai utilizzato prima in quanto ero convinta che equivalesse ad un acrilico.
In realtà ho scoperto che la microfibra così fatta pur rimanendo sempre una fibra sintetica, cioè artificiale, ha le caratteristiche della leggerezza, della traspirabilità e della morbidezza. Inoltre non infeltrisce mai al lavaggio, asciuga rapidamente ed è anallergica e antiacaro.
D'altra parte accumula un po' di carica elettrostatica e non è un prodotto naturale.
Vi farò sapere in seguito come si trova Beatrice e se non si trasforma in una punk con la cresta appena si sfila il berretto...


Resto comunque dell'idea che i filati naturali siano più belli e sostenibili, ma ho ceduto di fronte alle sfumature di Oceano...
E proprio per esaltarle ho lavorato il collo e il cappello a maglia rasata in modo che i passaggi di colore fossero ben evidenti.


Non mi resta che decidere se aggiungere al set invernale anche un bel paio di guantini.

Voi che ne dite?

A presto

Annalisa

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